Lago-di-Garda

IL LAGO DI GARDA

VILLA BORGHESE CAVAZZACAVAZZA

L’isola del Garda,Garda, un luogo da scoprire

L’isola del Garda sorge poco distante da San Felice del Benaco, ed è la più grande isola del lago omonimo. Oggi chiamata così proprio per via del lago che la ospita, negli anni ha avuto diversi nomi: isola Craniae, isola dei Frati, isola Lechi, Scotti, de Ferrari, Borghese.

Lunga un chilometro e larga tra i 61 e i 98 metri, ne dista duecento da Capo San Fermo. A sud, sul finire di una catena di scogli, si trova l’isolotto di San Biagio, che i più conoscono come Isola dei Conigli per via dei tanti coniglietti che qui vivono in libertà. Raggiungibile a piedi dal Campeggio San Biagio (quando le condizioni lo consentono), oppure in taxi boat, questo lembo di terra dalle acque cristalline è una destinazione popolare tra i sub.

Ma, a fare dell’isola del Garda un luogo così speciale, è proprio Villa Borghese Cavazza, piccolo gioiello architettonico circondato da una curatissima vegetazione.

Ci sono i giardini all’italiana ricchi di siepi scultoree, piante locali ed esotiche, fiori rari e tropicali. E c’è il parco piantumato, un tripudio di querce e platani, pioppi, abeti e cipressi, tra cui passeggiare in cerca di bellezza e di frescura.

un gioiello neogoticoneogotico sulle rive del Garda

Giardini pensili all’italiana e all’inglese, e un parco secolare con essenze provenienti da ogni dove, circondano Villa Borghese Cavazza. Edificio neogotico sulla sponda bresciana del lago di Garda, la villa sorge sull’Isola del Garda, luogo di storia e di bellezza che, negli anni, ha affascinato personalità immense.

Da qui son passati San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova e Dante Alighieri, qui hanno trovato rifugio i pirati, si sono riuniti in preghiera i monaci e si sono ritrovati i sabaudi prima della fondazione del Regno d’Italia.

Oggi gettonata location per feste e matrimoni, Villa Borghese Cavazza può essere visitata con visite guidate tra aprile e ottobre. E la sua storia, insieme a quella dell’intera isola, merita d’essere conosciuta.

Una storia ricca diricca di nomi illustri

Abitata sin dall’epoca romana, ma a lungo abbandonata, l’isola del Garda fu per diverso tempo riparo per i pirati che navigavano nel lago.

Nell’878 Carlomanno di Baviera la donò ai frati di San Zeno di Verona poi, nel 1180, l’imperatore Federico Barbarossa la concesse agli avi di Biemino da Manerba.

Quando nel 1221 san Francesco d’Assisi giunse qui, convinse Manerba a donargli la sua parte settentrionale, così da costruirvi un piccolo eremo. Che, negli anni successivi, ospitò sant’Antonio di Padova e Dante Alighieri (l’isola viene citata nel Canto XX dell’Inferno ndr.).

Quando tra le sue mura giunse san Bernardino da Siena, il piccolo eremo venne convertito in un vero e proprio monastero. Così, l’isola del Garda divenne un importante luogo di pellegrinaggio e meditazione, casa temporanea di illustri personalità del mondo ecclesiastico. Nel 1470 padre Francesco Licheto vi stabilì una scuola di teologia e filosofia ma, alla sua morte, la comunità religiosa dell’isola si fece sempre più piccola.

Fino a quando, Napoleone Bonaparte, soppresse il monastero. Seguirono diversi altri proprietari, col conte Luigi Lechi di Brescia che, rivolgendosi all’architetto Rodolfo Vantini, avviò la costruzione di una residenza e un porticciolo.

Per diversi anni vi abitò la cantante lirica Adelaide Malanotte, amante del conte. Poi quest’ultimo la cedette al fratello Teodoro, ex generale, che fece aggiungere le terrazze.

Espropriata dallo Stato al fine di costruire una fortezza militare, alla fine dell’Ottocento l’isola venne acquistata dal duca Gaetano de Ferrari di Genova. A lui e alla moglie Maria Sergeevna Annenkova si deve la realizzazione dello splendido parco, ancora oggi fiore all’occhiello della residenza, e si deve la villa neogotica come la vediamo oggi, progettata dall’architetto Luigi Rovelli guardando al Palazzo Ducale di Venezia.

Di recente villa, appartenente alla famiglia Cavazza, ha aperto al turismo.

Visitarla significa compiere un viaggio attorno al mondo, complici le tantissime piante che la popolano, dalle palme delle isole Canarie accanto alla villa gli alberi da frutto sulla terrazza inferiore.

Cosa vedere aa San Felice del Benaco

Una visita a Villa Borghese Cavazza è l’occasione perfetta per visitare San Felice del Benaco, col dedalo di viuzze che compone il suo centro storico e con edifici quali l’elegante Ex Monte di Pietà.
A volerlo fu Giacomo Pace, affinché i più bisognosi potessero ottenere un prestito utilizzando i suoi beni, per poi restituire la somma senza interessi.
Al suo interno è possibile ammirare ancora oggi un antico stemma di San Felice e un affresco pregiato del pittore Abramo Grisan.
Anche gli edifici religiosi meritano una visita, dalla chiesa barocca di San Felice progettata dall’architetto Antonio Corbellini, con le pale d’altare del Romanino e del Lucchese, al Santuario della Madonna del Carmine.

Raggiungibile a piedi dal centro del borgo, si dice che a costruirlo furono i pescatori del luogo come omaggio alla Vergine, che spesso li aveva salvati dalle condizioni avverse del mare.
Durante la bella stagione è possibile noleggiare ombrelloni e lettini sulla spiaggia di Porto San Felice, oppure nella Baia del Vento, e solcare le acque del Garda con canoe e pedalò.

Se il tempo a disposizione lo consente, anche il borgo di Cisano, affacciato sul Golfo di Salò, merita una visita. Oppure si può seguire il sentiero che conduce fino alla Big Bench numero 101, la prima costruita sul lago di Garda, per ammirare il lago e il Monte Baldo, immersi in una quiete d’altri tempi.